Libri - Liliana D'Angelo

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Lilli scrive
Vivi la vita
Vivi. Ogni istante, ogni ora. Vivi con gioia, con forza, ostinazione.
Guarda il cielo, le stelle, la pioggia battente. Ascolta il rumore del mare in tempesta, il canto dei grilli, assapora il silenzio, il suo delirio, la sua voce sommersa.
Apri i pori, respira fino a sentirti scoppiare i polmoni. Annusa, sfiora, stringi i pugni ogni volta che puoi.
8 Marzo
Una delle serate tra me e mio padre. Io che da sempre mi sento figlia, e mi piace assai, e lui che da sempre è quella specie di figura mitologica mezzo papà e mezzo precettore.
E quindi. Siamo io e il mio papà-prof. Niente nipoti in giro, niente distrazioni a parte mamma che fa i cruciverba.
E parliamo. Anzi, no, parla lui, io ascolto rapita...
Un piccolo miracolo
Lunedì, terza ora. Lo capisco appena entro in classe che qualcosa non va. C’è un friccico diverso nell’aria, facce nere, occhi inquieti che schizzano su e giù. Cerco la sorgente di tanta smania, frugo tra schiene e musi lunghi. Eccola, è un lui, sta affacciato alla finestra, guarda il cielo, il cortile, poi si gira.
Prof, oggi non è giornata...
Ah, l’inverno!
Ebbene sì, ammettiamolo, pure se tanti storceranno il muso. Anche l’inverno ha la sua magia, e non solo per il Natale, le feste, i regali.
È quella che nasce dal mondo che si fa d’un tratto bianco e nero, si tinge di gelo, di mare in tempesta, ma insieme al vento freddo ci strega e ci lascia muti davanti alla prima neve, al gioco delle fiamme in un camino...
Abbracci
Saviano, Istituto comprensivo 2 Antonio Ciccone. Incontro con l’autore. Tutte le classi seconde hanno letto “#marealtramonto” e adesso vogliono parlarne con me, chiudere il cerchio che è iniziato quando hanno aperto la prima pagina.
È così…
Mi arriva una raffica di domande, una dietro l’altra, incalzanti. Si alza un gruppo...

Eppure ci credo
Quest’anno ho di nuovo una quinta.
Quest’anno torneremo a sognare, proveremo un tuffo al cuore nel leggere le poesie più toccanti, sentiremo sulla nostra pelle il senso di precarietà della vita, guarderemo in faccia la banalità del male e viaggeremo dentro noi stessi, alla ricerca dei nostri mille volti.
Conosceremo gli esclusi, i maledetti, i vinti, i visionari...
Settembre
Il mese degli appuntamenti rinviati. Della fine dei sogni di mezza estate. Delle notti brave, assonnate, sbilenche.
Ci si rimette in riga, si torna alla realtà, a quella vita vera che poi più vera dell’altra non è. Si torna alle sveglie irritanti. Alle colazioni in piedi, di corsa, un biscotto in una mano e il mascara nell’altra. Via gli abiti frou frou, le infradito comode comode...

Dedicato a quelli che...
Dana lo aveva capito che quella non era una giornata come le altre. Il suo Amore si era svegliato contento, e questa era stata la prima stranezza. Al mattino di solito era un musone, borbottava per ogni pelo. E poi a sera divano e tv, e niente coccole per carità. Povero Amore, pensava Dana, chissà cos’ha, forse è triste o gli fa male la pancia...
13 giugno
Mia nonna si chiamava Antonietta lavorava nelle ferrovie. Era casellante. Ogni volta che passava un treno (e per fortuna a quei tempi erano pochi) doveva abbassare la barra del passaggio a livello. 65 volte su e 65 volte giù. Una fatica…
Spartiva i turni di lavoro col marito, che ahimè non era un gran lavoratore e di notte si faceva prendere dal sonno...
Ah, i ragazzi
Ebbene… siamo partiti. Dopo il caos del fai l’appello e del ripeti cento volte che nel pullman non si mangia e non si fuma e nemmeno ci si alza, ecco il solito ritardatario che arriva con la lingua da fuori. A bordo sono tutti ancora un po’ assonnati, si infilano le cuffie nelle orecchie, ficcano gli occhi nei telefoni, videochiamano i fidanzati, le mamme...
Cose belle
Altro giro, altra corsa. Ebbene sì, ci son cascata di nuovo, direbbe qualcuno, ma in fondo queste sono insidie in cui mi piace incappare. Un’altra gita, altre classi, altra meta. Una scarpinata pazzesca. Perché #Procida è così: tutta in salita, fino a un’abbazia dove mettevano i morti a scolare e poi li seppellivano sotto il pavimento. Un luogo zeppo d’arte...
Il Geco
Luca scese dal bus 37 e s’incamminò lungo il marciapiede con la sua scatola sotto il braccio. Intorno a lui la solita calca dell’ora di punta, traffico, via vai di gente, caos, suoni striduli che sfrecciavano nell’aria sudicia di smog e gli graffiavano i timpani. Girò a destra, attraversò la piazza, superò il ponte girevole e imboccò finalmente il Viale del Tramonto...
Amarcord
Noi che… di solito a Pasquetta il tempo si metteva sempre al bello. Quasi sempre. E allora si che era una festa.
Io e i miei fratelli ci svegliavamo all’alba e cominciavamo la litania del che ore sono? ogni cinque minuti, nell’attesa che si facessero le dieci. Perché a quell’ora, armati di pallone Super Santos, scarpe da ginnastica, cuffie e walkman correvamo...
Jamil, bambino di Gaza
L’azzurro era colato via dal cielo, quel cielo fango fradicio che gli gocciolava addosso lercio, ubriaco di pioggia. L’aria sapeva di fuoco e polvere, si attaccava ai capelli densa, uno scialle di muschio spugnoso. Jamil sentiva il freddo far battere i suoi denti e la lingua arrotolarsi in gola, come la testa di una lumaca nel guscio.
#25novembre
Una battaglia, la mia, che non fa sconti e non conosce inciampi. Che accompagna side by side la mia vita. Da sempre. Comincia nella mia famiglia, così lontana dall’idea di patriarcato che ancora incombe, inquina, calpesta i diritti più sacri e condanna a morte. Continua a scuola, tra i miei ragazzi, bellissimi ma fragili, pericolosamente pronti a piegarsi...
Venosa di Puglia ICS Carlo Gesualdo
Questa scuola mi accoglie col calore delle sue mura antiche, ricche di storia e di passi. C’è un bel tepore, affreschi alle pareti, pavimenti lucidi. Me gusta mucho. I ragazzi sono tanti, affollano la palestra seduti a terra, parlottano, stringono “Mare al tramonto “tra le mani. Le cover colorate sono...
Oltre le barricate
Aveva origliato alla porta, con l’orecchio schiacciato sul legno, le mani a pugno. Tremava. Se qualcuno l’avesse scoperto là fuori – sua madre, per esempio, o una delle guardie – ci sarebbero state domande, rimproveri, castighi. E magari, pauroso com’era, si sarebbe pure lasciato scappare qualcosa. Roba da vergognarsene fino alla fine del mondo.
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